Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50713 del 29 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:50713PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere sussiste quando vi è un vincolo solidaristico tra gli associati, una differenziazione di ruoli, l'adozione di un linguaggio criptico comune e la perpetrazione di numerosi reati fine, anche se l'associazione non ha una effettiva capacità intimidatoria. L'utilizzo di un metodo mafioso, come la richiesta di "messa a posto" o "pizzo", integra l'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/1991 a prescindere dall'adesione a un sodalizio mafioso. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con riferimento alla gravità del reato, ai precedenti penali dell'imputato e all'assenza di elementi positivi nella sua personalità, senza necessità di una analitica valutazione di tutti i parametri di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA Marco Maria - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/01/2015 della Corte di Appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere Dr. Giuseppe Sgadari;
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Cedrangolo Oscar, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricor…

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