Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15306 del 21 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:15306PEN

Massima

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La lesività del falso in atto pubblico va valutata con riferimento all'interesse protetto, che è la fede pubblica e non un interesse economico o di altra natura "materiale", eventualmente collegato all'utilizzo dell'atto falso. Il falso è innocuo solo quando si riveli in concreto inidoneo a ledere l'interesse tutelato dalla genuinità dei documenti, ossia quando l'infedele attestazione o la compiuta alterazione appaiano del tutto irrilevanti ai fini del significato dell'atto e del suo valore probatorio, non avendo conseguenze attinenti alla funzione documentale che l'atto è chiamato a svolgere. Pertanto, la formazione di atti o certificati falsi, anche se non direttamente utili per il conseguimento di un fine illecito, integra gli estremi della condotta punibile per il reato di falso in quanto idonea a trarre in inganno la pubblica fede e a ledere l'interesse tutelato dalla genuinità del documento. L'elemento oggettivo del reato di truffa, inoltre, sussiste qualora l'agente abbia posto in essere artifici e raggiri, indipendentemente dalla concreta idoneità degli stessi a conseguire l'ingiusto profitto, essendo sufficiente che essi siano astrattamente idonei a trarre in inganno la parte offesa. Infine, la valutazione in ordine alla sussistenza degli elementi costitutivi dei reati contestati rientra nella sfera di discrezionalità dei giudici di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità se congrua e priva di vizi logico-giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. Bonofiglio Brunella del foro di Cosenza nell'interesse di Pa. Pi. An. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Catanzaro, 2 sezione penale, in data 13/1/2009;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. Gallo Domenico;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. Galasso Aurelio, il quale ha concluso chiedendo il rigetto;

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