Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49057 del 25 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:49057PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, redige un verbale contenente false dichiarazioni al fine di danneggiare ingiustamente un soggetto e attivare nei suoi confronti un procedimento ispettivo, commette il reato di abuso di ufficio. Tale condotta integra una violazione del dovere di imparzialità e correttezza nell'esercizio del pubblico ufficio, essendo finalizzata a strumentalizzare i poteri conferiti dalla legge per perseguire un interesse privato in danno di terzi. L'elemento soggettivo del dolo è integrato dalla consapevolezza e volontà di arrecare un pregiudizio ingiusto all'immagine e alla reputazione del soggetto, anche quando tale finalità si affianchi a un'apparente finalità pubblica. La prova del dolo intenzionale può desumersi non solo dall'oggettiva illiceità della condotta, ma anche da elementi sintomatici quali la competenza professionale dell'agente, le modalità di redazione e trasmissione del verbale falso, nonché i pregressi rapporti personali e il contesto relazionale in cui si inserisce il comportamento abusivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Mauro - rel. Consigliere

Dott. GIORDANO Anna Emilia - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/02/2015 della Corte di appello di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Anna Criscuolo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Cardia Delia, che ha concluso chiedendo il rigetto;
udito il difensore della parte civile, avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso o il rigetto;
udito il difensore,…

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