Il trasferimento di un dipendente pubblico disposto ai sensi dell'art. 33 della legge n. 104/1992 per assistere un familiare disabile, prima dell'introduzione del comma 7-bis del medesimo articolo ad opera della legge n. 183/2010, non può essere revocato automaticamente per il solo venir meno o diminuzione delle esigenze assistenziali, dovendo l'amministrazione valutare anche le esigenze di servizio e la situazione familiare del dipendente, in applicazione della disciplina generale di cui all'art. 55 del D.P.R. n. 335/1982. La definitività del trasferimento, riconosciuta dalla giurisprudenza dopo il decorso di cinque anni, non implica l'inamovibilità del dipendente, ma la sua stabilità relativa, da comparare con eventuali prevalenti esigenze organizzative. Pertanto, la revoca del trasferimento disposto prima dell'entrata in vigore della legge n. 183/2010 è legittima solo se l'amministrazione dia conto della sua incompatibilità con l'assetto organizzativo, tenendo conto anche della situazione personale e familiare del dipendente, senza poter far valere automaticamente il venir meno delle esigenze assistenziali.