La presunzione di insussistenza del pregiudizio da irragionevole durata del processo, stabilita dall'art. 2, comma 2-sexies, lett. c), della legge n. 89 del 2001, introdotta dalla legge n. 208 del 2015, opera anche nei casi di estinzione del processo per mancata comparizione delle parti, rientrando tale ipotesi tra quelle di estinzione per inattività delle parti ai sensi degli artt. 181 e 309 c.p.c. Tale presunzione, di natura iuris tantum, pone un nuovo regime probatorio a carico del ricorrente, il quale deve fornire prova contraria per superare la presunzione di insussistenza del pregiudizio. La transazione intervenuta tra le parti, che abbia condotto all'estinzione del processo, non costituisce di per sé fatto impeditivo dell'operatività della presunzione, potendo eventualmente essere addotta come prova contraria, la cui valutazione è rimessa al giudice di merito e non sindacabile in cassazione se non per vizi logici o motivazionali. La definitività del provvedimento di estinzione, ai fini del computo del termine di decadenza per la proposizione della domanda di equa riparazione, va individuata nel momento della scadenza del termine per l'impugnazione ordinaria.