Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'ambito di un'opposizione a decreto ingiuntivo, afferma che i maggiori costi sostenuti dall'Amministrazione per l'espropriazione delle aree destinate a un Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP) sono legittimamente riversabili sui privati assegnatari dei lotti, in quanto tali costi rientrano nell'ambito applicativo del principio del pareggio di bilancio o della sostenibilità finanziaria. Ciò in quanto: - il PIP persegue una funzione di interesse generale, volta a incentivare le imprese e garantire lo sviluppo economico e occupazionale del territorio, attraverso l'espropriazione di beni di terzi a favore degli assegnatari; - gli oneri sostenuti dall'Amministrazione per l'acquisizione delle aree necessarie al PIP hanno natura pubblicistica, non di mero corrispettivo di diritto privato; - il costo definitivo di esproprio, comprensivo anche di eventuali contenziosi giudiziari, deve essere integralmente riversato sui privati assegnatari, in quanto costi legati alla definizione dell'iter espropriativo, a differenza di quelli derivanti da condotte illecite o illegittime dell'Amministrazione; - il principio del pareggio di bilancio o della sostenibilità finanziaria impone che tali costi siano posti a carico dei privati, al fine di garantire l'equilibrio economico-finanziario dell'ente pubblico e dell'intero sistema economico-sociale. Fanno eccezione le sole spese giudiziali relative ai procedimenti di determinazione dell'indennità espropriativa, in quanto riconducibili a condotte non conformi al paradigma di legalità da parte dell'Amministrazione, che non possono essere addebitate ai privati assegnatari.