Il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato può essere legittimamente negato dall'autorità amministrativa competente qualora emerga, anche sulla base delle dichiarazioni del datore di lavoro, che il rapporto di lavoro sia fittizio e finalizzato unicamente a consentire l'ottenimento o il rinnovo del titolo di soggiorno, in quanto tale condotta integra gli estremi dell'illecito previsto dall'art. 2 del D.P.R. n. 334 del 2004. In tali casi, l'amministrazione è tenuta a comunicare il reato all'autorità giudiziaria competente, senza che possano rilevare eventuali vizi procedurali relativi all'acquisizione delle dichiarazioni del datore di lavoro, atteso che il verbale di accertamento della Polizia di Stato fa piena prova fino a querela di falso. Inoltre, il cittadino extracomunitario, una volta ricevuto l'avviso di avvio del procedimento, ha l'onere di produrre elementi idonei a consentire all'amministrazione di pervenire a una diversa conclusione, in mancanza dei quali l'amministrazione è legittimata a negare il rinnovo del permesso di soggiorno.