L'esercizio di attività sanitarie, ivi comprese quelle di diagnostica per immagini, è subordinato al rilascio di apposita autorizzazione da parte delle autorità competenti, previo accertamento del possesso dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi stabiliti dalla normativa di settore, non essendo sufficiente la mera presentazione di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). La realizzazione e l'esercizio di strutture e attività sanitarie sono infatti assoggettati ad un penetrante regime autorizzatorio, in ragione della peculiarità del sistema sanitario e a salvaguardia delle connesse esigenze di programmazione, che impedisce l'applicazione del regime di liberalizzazione previsto dall'art. 19 della legge n. 241/1990 per gli atti abilitativi in generale. Pertanto, l'amministrazione competente è legittimata a inibire l'attività sanitaria avviata mediante SCIA, in assenza del prescritto provvedimento autorizzatorio, senza che ciò comporti violazione delle garanzie partecipative e motivazionali, né dei termini di reazione in autotutela, atteso che in tal caso non si è mai formato alcun titolo abilitativo in capo all'interessato.