Cassazione penale Sez. III sentenza n. 38073 del 17 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:38073PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nell'interpretare il giudicato e nel definire le questioni poste "in executivis", ha il potere di verificare la data di commissione del reato da cui dipende l'applicabilità dell'indulto, senza che ciò comporti una inammissibile rimessione in discussione degli esiti del processo di cognizione definito con sentenza irrevocabile. Pertanto, il giudice dell'esecuzione può legittimamente disattendere le deduzioni della parte che pretendano di valorizzare una data diversa da quella accertata nella sentenza definitiva, in quanto tali deduzioni esulano dai limiti cognitivi della Corte in sede esecutiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - rel. Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS);

(OMISSIS), n. a (OMISSIS);

avverso la ordinanza del Tribunale di Agrigento in data 10/02/2012;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone;

lette le conclusioni del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA G., che ha concluso per l'inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e (OMISSI…

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