Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3095 del 8 luglio 1998

ECLI:IT:CASS:1998:3095PEN

Massima

Massima ufficiale
L'art. 10 della legge n. 1423 del 1956, regolando l'ipotesi di concorrenza di una misura di sicurezza detentiva o della liberta` vigilata con la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, ne vieta l'esecuzione contemporanea e attribuisce la prevalenza alla misura di sicurezza, escludendo percio` l'esecuzione della sorveglianza speciale, al fine di evitare la duplicazione di misure fondate sui medesimi presupposti e tendenti al medesimo obiettivo dell'eliminazione della pericolosita` sociale. Tuttavia il suo ambito di applicazione e` limitato all'ipotesi di contemporaneita` delle due misure, e non anche alla diversa ipotesi di loro applicazione differita nel tempo; da essa, pertanto, non puo` trarsi un principio di carattere generale, secondo il quale sarebbe sempre vietata l'applicazione, nei confronti dello stesso soggetto, della sorveglianza speciale e della liberta` vigilata, o di una misura di sicurezza detentiva. Al contrario, la norma riconosce implicitamente la liceita` dell'applicazione congiunta di entrambe le misure e ne vieta soltanto l'esecuzione simultanea. (Nell'enunciare il principio di cui in massima, la S.C. ha anche escluso che l'interpretazione da essa fornita della norma leda il principio costituzionale di eguaglianza, in danno dei soggetti nei cui confronti le misure sono eseguite in tempi successivi rispetto a coloro nei cui confronti, essendosi gia` iniziata l'esecuzione della misura di sicurezza, non si fa luogo all'applicazione della sorveglianza speciale: e cio` perche` le misure di sicurezza detentive e la liberta` vigilata non hanno una durata rigidamente predefinita, nel senso che la loro esecuzione non puo` cessare se non viene previamente accertata la cessazione della pericolosita` sociale; sicche` appare logica la previsione dell'inapplicabilita` della sorveglianza speciale durante l'esecuzione della misura di sicurezza).   da vedere:

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