Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25147 del 16 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:25147PEN

Massima

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Il tentativo di reato richiede il dolo diretto, ossia la consapevolezza e volontà dell'agente di realizzare concretamente l'evento tipico del reato, non essendo sufficiente il mero dolo eventuale, consistente nella semplice accettazione del rischio di verificazione dell'evento. Pertanto, ai fini della configurabilità del tentativo di lesioni personali, non è sufficiente la mera idoneità della condotta a creare una situazione di pericolo, ma è necessario che l'agente abbia agito con la consapevolezza e volontà di cagionare effettivamente le lesioni, non essendo invece sufficiente la mera accettazione del rischio di verificazione dell'evento lesivo. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, dovrà attenersi a tali principi, procedendo ad un'autonoma e approfondita analisi degli elementi di fatto acquisiti, senza potersi limitare a rilevare la mera idoneità della condotta a creare una situazione di pericolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11/2011 TRIBUNALE di ORISTANO, del 02/03/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RILEVATO IN FATTO

Con l'impugnata sentenza, in conferma di quella di primo grad…

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