La capacità di intendere e di volere dell'imputato, pur riconosciuta come lievemente scemata da una perizia psichiatrica, non esclude la possibilità di negare le attenuanti generiche quando le modalità della condotta criminosa, caratterizzate da premeditazione, uso di un'arma impropria, simulazione di comportamenti per eludere i sospetti, e il tentativo di sfruttare l'epilessia per sottrarsi alle responsabilità, denotino un'elevata intensità del dolo. La giovane età dell'imputato, di per sé, non giustifica il riconoscimento delle attenuanti generiche, essendo necessario che la condizione giovanile abbia effettivamente influito sulla sua personalità, determinandone una non completa maturità e capacità di valutare il proprio comportamento secondo le norme del buon vivere civile. Inoltre, il rigetto della richiesta di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale finalizzata all'espletamento di una nuova perizia psichiatrica è legittimo quando il giudice di appello, sulla base di una congrua e logica motivazione, ritenga di poter decidere allo stato degli atti, avendo già valutato in modo esaustivo gli elementi emersi dalla perizia svolta in primo grado e dal compendio probatorio.