Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai sensi dell'art. 31, comma 2, del d.l. n. 201/2011, convertito in l. n. 214/2011, costituisce principio generale dell'ordinamento nazionale la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell'ambiente, ivi incluso l'ambiente urbano, e dei beni culturali. Tale previsione normativa, di carattere liberalizzatorio, prevale sulle disposizioni regionali e locali incompatibili, le quali devono essere adeguate entro il termine previsto dalla legge, decorso inutilmente il quale trovano applicazione diretta le norme statali di stampo pro-concorrenziale. Ne consegue che i titoli edilizi e commerciali rilasciati in conformità al nuovo quadro normativo liberalizzato non possono essere invalidati in ragione della mancata osservanza di previsioni regolamentari e pianificatorie locali risalenti ad un contesto storico-normativo ormai superato, in assenza di una specifica valutazione, da parte dell'amministrazione, circa la sussistenza di esigenze di tutela di interessi pubblici imperativi, quali la salute, l'ambiente, i beni culturali, che possano giustificare limitazioni all'apertura di nuovi esercizi commerciali.