Il mancato completamento della procedura espropriativa entro il termine quinquennale di vigenza del decreto di occupazione di urgenza, con la conseguente mancata adozione del decreto di esproprio e il mancato pagamento delle indennità prescritte dalla legge, integra un illecito permanente da parte della pubblica amministrazione, che non comporta l'acquisizione del bene da parte della stessa, ma il diritto del proprietario alla restituzione del terreno occupato. In tal caso, l'amministrazione può procedere in via postuma all'acquisto della proprietà del bene attraverso la procedura di cui all'art. 42-bis del T.U. 8 giugno 2001 n. 327, adottando un provvedimento che preveda: a) l'acquisizione non retroattiva del bene al patrimonio indisponibile, con corresponsione del valore venale e di un indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale; b) la restituzione del bene al legittimo proprietario, previo ripristino dello stato di fatto esistente al momento dell'apprensione, con liquidazione di un risarcimento per il mancato godimento. Qualora l'occupazione abbia interessato una porzione di terreno diversa o più estesa rispetto a quella considerata dai presupposti provvedimenti amministrativi, trattandosi di un'ipotesi di "sconfinamento" realizzata in carenza assoluta di potere, la relativa azione restitutoria e risarcitoria rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.