Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Il ricorso straordinario per cassazione ex art. 625-bis c.p.p. è ammissibile solo per errori di fatto, intesi in senso stretto come mera svista o equivoco percettivo sugli atti del giudizio di legittimità, senza alcuna implicazione valutativa. Sono invece esclusi dall'ambito di applicazione di tale rimedio gli errori di valutazione e di giudizio dovuti a non corretta interpretazione degli atti processuali, assimilabili agli errori di diritto. Inoltre, l'inammissibilità del ricorso per cassazione, pronunciata ai sensi dell'art. 613 c.p.p., preclude la possibilità di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità, come la prescrizione del reato, in applicazione del principio per cui l'inammissibilità dell'impugnazione impedisce il formarsi di un valido rapporto di impugnazione. Il ricorso straordinario proposto personalmente dall'imputato, in violazione del divieto introdotto dalla L. n. 103/2017, deve essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.