Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 12567 del 20 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:12567PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla propria identità o su qualità personali (art. 495 c.p.) si configura anche quando l'imputato presenta un documento di identificazione contenente dati anagrafici non corrispondenti alla sua effettiva identità, in quanto tale condotta equivale a declinare le proprie generalità in modo difforme dal vero. L'errore nella qualificazione giuridica del fatto, denunciato ai sensi dell'art. 448 c.p.p., comma 2-bis, è ammissibile solo in caso di manifesta evidenza, non essendo sufficiente la mera diversa valutazione giuridica operata dal ricorrente. Pertanto, la sentenza che abbia correttamente sussunto la condotta nell'ambito dell'art. 495 c.p. non può essere censurata per violazione di legge, in assenza di un errore palese nella qualificazione del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/06/2018 del GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di TRAPANI;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa MAZZITELLI CATERINA;
lette/sentite le conclusioni del P.G..
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'impugnata sentenza, pronunciata ai sensi dell'articolo 444 c.p.p. in data 4 giugno 2018 dal Tribunale di Trapani, veniva applicata a (OMISSIS), per il reato di cui all'articolo 495 c.p., la pena, concordata con la Pubblica Accusa, di me…

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