Il provvedimento amministrativo di diniego di concessione edilizia, illegittimamente adottato dall'amministrazione comunale, che impedisce la realizzazione di un intervento edilizio su un'area edificabile, determina la responsabilità dell'ente per il danno conseguente alla successiva sopravvenuta inedificabilità del terreno, derivante dalla modifica della destinazione urbanistica, anche qualora l'amministrazione non abbia commesso una grave colpa nell'adozione del provvedimento, atteso che il nesso causale tra l'azione illegittima e il danno è comunque sussistente. Pertanto, il Comune è tenuto a risarcire il proprietario del terreno per la perdita della vocazione edificatoria dello stesso, con una riduzione equitativa del quantum risarcitorio in ragione del minore grado di colpa dell'amministrazione, dovuto al contrasto giurisprudenziale sulla necessità o meno di un previo piano di lottizzazione per l'edificazione di un lotto intercluso. L'amministrazione comunale deve formulare una proposta di risarcimento del danno, ai sensi dell'art. 34, comma 4, c.p.a., entro il termine di novanta giorni dalla comunicazione o notificazione della sentenza.