Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9020 del 8 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:9020PEN

Massima

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Il linguaggio ingiurioso e volgare, anche se utilizzato nell'esercizio del diritto di critica, può integrare il reato di ingiuria qualora le espressioni usate siano oggettivamente offensive e prive di ogni ragionevole connessione con la finalità di critica. Il giudice è tenuto a valutare concretamente l'oggettiva offensività delle espressioni utilizzate, senza limitarsi a un generico richiamo al diritto di critica, al fine di garantire il rispetto del contraddittorio e del diritto di difesa della persona offesa. La massima tutela della libertà di espressione non può giustificare l'utilizzo di un linguaggio gratuito e ingiurioso, privo di qualsivoglia connessione con la finalità di critica, che travalica i limiti del corretto esercizio di tale diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - rel. Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 537/2009 GIUDICE DI PACE di TORINO, del 30/04/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA Arturo;

Lette le conclusioni del Procuratore Generale, Dott. DI POPOLO Angelo, che chiede il rigetto del ricorso con le statuizioni consequenziali.

FATTO E DIRITTO

1.- Fi. Ro. propone ricorso per cassazione avverso il decreto di archiviazione emess…

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