Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 6206 del 2023

ECLI:IT:TARNA:2023:6206SENT

Massima

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Il provvedimento di demolizione di una costruzione abusiva, al pari di tutti i provvedimenti sanzionatori in materia edilizia, è un atto dovuto e vincolato, che non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione di quest'ultimo con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, né alcuna motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione. L'interesse pubblico all'ordinato svolgimento dell'attività urbanistico-edilizia e all'armonico sviluppo del territorio è "in re ipsa" e non può trovare limite nell'interesse al mantenimento di opere abusive da parte di chi le abbia realizzate. Il decorso del tempo dal momento del commesso abuso non priva l'Amministrazione del potere di adottare l'ordine di demolizione, configurando piuttosto specifiche - e diverse - conseguenze in termini di responsabilità in capo al dirigente o al funzionario responsabili dell'omissione o del ritardo nell'adozione di un atto che è e resta doveroso a prescindere dal tempo decorso. La sottoposizione a sequestro penale preventivo di una costruzione abusiva non esime il destinatario dell'ingiunzione demolitoria dall'ottemperanza alla stessa, costituendo onere del responsabile dell'abuso motivatamente domandare all'autorità giudiziaria il dissequestro dell'immobile, al fine di ottemperare all'ingiunzione a demolire. L'ordine di demolizione non deve essere preceduto dalla comunicazione di avvio del procedimento, trattandosi di una misura sanzionatoria per l'accertamento dell'inosservanza di disposizioni urbanistiche secondo un procedimento di natura vincolata. L'individuazione dell'area da acquisirsi gratuitamente al patrimonio indisponibile del Comune, ulteriore rispetto all'immobile abusivo e alla relativa area di sedime, non deve essere necessariamente contenuta nel provvedimento di ingiunzione di demolizione a pena di illegittimità dello stesso, ben potendo essere indicata nel momento, successivo, in cui si procede all'acquisizione del bene. La mancanza di un provvedimento di condono riguardante il manufatto principale rende del tutto illegittima l'opera che ad esso è collegata e rende necessario, per ciò stesso, l'ordine di demolizione. L'inottemperanza all'ordinanza di demolizione comporta la novazione oggettiva dell'obbligo del responsabile o del suo avente causa di ripristinare la legalità violata, poiché, a seguito dell'acquisto del bene da parte dell'Amministrazione, egli non può più demolire il manufatto abusivo e deve rimborsare all'Amministrazione le spese da essa sostenute per effettuare la demolizione d'ufficio, salva la possibilità che essa consenta anche in seguito che la demolizione venga posta in essere dal privato o che sia stata dedotta e comprovata la non imputabilità dell'inottemperanza.

Sentenza completa

Pubblicato il 13/11/2023

N. 06206/2023 REG.PROV.COLL.

N. 04527/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4527 del 2020, integrato da motivi aggiunti, proposto da
-OMISSIS-, rappresentati e difesi dagli avvocati Lucia Ambrosino, Maria Petrone, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Procida, non costituito in giudizio;

per l'annullamento,

per quanto riguarda il ricorso introduttivo:

a) – dell'ordinanza n. 103 del 27 luglio 2020, notificata a mezzo del servizio postale il 6 agosto 2020, con la quale il responsabile dell'U.T. del comune di Procida ha ingiunto ai ricorrenti la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi, ai sensi…

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