Consiglio di Stato sentenza n. 2960 del 2016

ECLI:IT:CDS:2016:2960SENT

Massima

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Il Comune può legittimamente annullare d'ufficio una concessione edilizia in sanatoria precedentemente rilasciata, qualora accerti che l'opera assentita insiste su suolo pubblico e ne impedisce l'utilizzo per finalità di interesse generale, come l'apertura di un passo carrabile autorizzato con successivo titolo edilizio. L'annullamento d'ufficio di un provvedimento amministrativo è consentito quando sussistano ragioni di pubblico interesse, quali la tutela della legalità e della corretta gestione del territorio, che prevalgono sull'affidamento del privato nel mantenimento del titolo edilizio. In tali casi, il Comune non è tenuto a compensare il privato per la caducazione del titolo, essendo l'annullamento giustificato dall'esigenza di ripristinare la legittimità violata e di consentire l'esercizio di diritti di uso pubblico su aree di proprietà comunale. L'annullamento d'ufficio non può essere sindacato dal giudice amministrativo qualora risulti adeguatamente motivato e rispetti i principi di proporzionalità e ragionevolezza, non essendo necessario che il Comune dimostri l'esistenza di una servitù pubblica ab immemorabili, essendo sufficiente l'accertamento dell'utilizzo pubblico del bene. Inoltre, il privato non può far valere un preteso diritto di mantenere il manufatto in assenza di un valido titolo edilizio, in quanto ciò contrasterebbe con il principio di legalità che impone il rispetto della disciplina urbanistica ed edilizia. Pertanto, il Comune può legittimamente annullare d'ufficio una concessione edilizia in sanatoria, anche in assenza di una pregressa servitù pubblica, qualora accerti che l'opera assentita insiste su suolo pubblico e ne impedisce l'utilizzo per finalità di interesse generale, prevalenti sull'affidamento del privato nel mantenimento del titolo edilizio.

Sentenza completa

N. 04202/2012
REG.RIC.

N. 02960/2016REG.PROV.COLL.

N. 04202/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4202 del 2012, proposto da:
Marco D’Amico, rappresentato e difeso dall’avv. Antonio Romano, con domicilio eletto presso Ennio Luponio in Roma, piazza Don Minzoni, 9;

contro

Comune di Macerata Campania, rappresentato e difeso dagli avv. Stefano Scarano e Maria Peluso, con domicilio eletto presso Clementino Palmiero in Roma, via Albalonga, 7;
Pasqualina Raucci, Maria Raucci e Caterina Vendemia, rappresentate e difese dall’avv. Luigi Maria D’Angiolella, con domicilio eletto presso Ennio Luponio in Roma, via Michele Mercati, 51;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la …

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