Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31353 del 5 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:31353PEN

Massima

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Il concorso nel reato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio si configura non solo quando l'agente abbia un ruolo attivo e diretto nella condotta criminosa, ma anche quando il suo contributo, pur in forme di mera agevolazione, risulti causalmente orientato a favorire l'altrui condotta illecita, di cui l'agente è consapevole e sulla quale può contare. Pertanto, integrano il concorso nel reato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio non solo i comportamenti di chi materialmente detenga o ceda la droga, ma anche quelli di chi, pur senza detenere direttamente lo stupefacente, svolga un ruolo di collaborazione e di agevolazione nell'attività di spaccio, come ad esempio fungendo da interprete nelle trattative, accompagnando il cessionario fino all'uscita dell'edificio o comunque prestando un contributo, anche indiretto, che rafforzi e renda possibile l'altrui condotta criminosa. La mera connivenza, invece, si configura quando l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, privo di qualsivoglia efficacia causale sulla condotta illecita altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. Fe. Mo. , nato a (OMESSO);

2. Bo. Ja. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 06/07/2010 della Corte di appello di Firenze;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e i ricorsi;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. FODARONI M. G., che ha concluso come da verbale.

RITE…

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