Cassazione civile Sez. II ordinanza n. 2365 del 1 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2365CIV

Massima

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Il mancato rispetto dei requisiti di forma prescritti dalla legge per la formulazione del quesito di diritto nel ricorso per cassazione comporta l'inammissibilità del ricorso stesso. Il giudice di legittimità, infatti, è tenuto a dichiarare inammissibile il ricorso che non contenga la formulazione conclusiva del quesito di diritto, come prescritto a pena di inammissibilità dall'articolo 366-bis del codice di procedura civile, applicabile ratione temporis. Tale requisito formale è essenziale per consentire al giudice di cassazione di individuare con chiarezza la questione giuridica sottoposta al suo esame e di pronunciarsi su di essa in modo puntuale ed esaustivo. L'inosservanza di tale formalità, pertanto, determina l'inammissibilità del ricorso, indipendentemente dalla fondatezza o meno delle censure proposte, in quanto preclude al giudice di legittimità l'esercizio del proprio potere-dovere di controllo sulla corretta applicazione del diritto. La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta altresì la condanna della parte ricorrente al rimborso delle spese processuali sostenute dalla parte controricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano - Presidente

Dott. PARZIALE Ippolisto - Consigliere

Dott. D'ASCOLA Pasquale - Consigliere

Dott. DE CHIARA Carlo - Consigliere

Dott. GIUSTI Alberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PI. Ma. Ca. , rappresentata e difesa, in forza di procura speciale a margine del ricorso, dall'Avv. Dastoli Antonio, elettivamente domiciliata nel suo studio in Roma, via Padova n. 1, int. 1;

- ricorrente -

contro

Avv. GE. Lu. , curatore dell'eredita' giacente di No. Gi. , erede di N. G. , rappresentato e difeso, in forza di procura speciale in calce al co…

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