Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28158 del 2 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:28158PEN

Massima

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La minaccia grave, anche se pronunciata in un contesto di conflittualità tra le parti e come reazione a precedenti offese verbali, integra il reato di cui all'art. 612 c.p. qualora risulti idonea a turbare concretamente la libertà psichica della persona offesa, come desumibile dalle sue dichiarazioni e da elementi di riscontro oggettivi, a prescindere dalla maggiore o minore capacità della stessa di restarne intimidita. Analogamente, l'ingiuria, anche se pronunciata nel corso di un litigio tra soggetti in posizione di parità, integra il reato di cui all'art. 594 c.p. in presenza di espressioni oggettivamente offensive, senza che rilevi l'esimente della provocazione ove questa non sia stata determinata da un fatto ingiusto altrui. La valutazione della sussistenza dei reati e delle relative circostanze attenuanti o scriminanti compete ai giudici di merito, la cui motivazione non può essere censurata in sede di legittimità se non per vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1460/2013 CORTE APPELLO di PALERMO, del 20/01/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GAETA P. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e' stato ritenuto responsabile, con doppia …

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