Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, in quanto titolare di una legittimazione straordinaria ex art. 52, comma 4, del D.Lgs. 446/1997, può impugnare gli atti degli enti locali in materia di tributi, ma tale legittimazione non è sufficiente a integrare l'interesse ad agire, il quale richiede la dimostrazione di una lesione concreta ed attuale della propria sfera giuridica e di un'utilità effettiva derivante dall'annullamento dell'atto impugnato. Pertanto, il Ministero ricorrente deve allegare e provare specificamente l'interesse ad agire, non essendo sufficiente la mera invocazione della norma attributiva della legittimazione straordinaria, considerato anche il delicato equilibrio tra il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, di cui è titolare il Ministero, e l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa riconosciuta agli enti locali dall'art. 119 Cost. In assenza di tali elementi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, non potendosi risolvere in una mera richiesta di ripristino della legalità violata.