Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41385 del 28 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:41385PEN

Massima

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Il possesso o la disponibilità di denaro pubblico da parte di un pubblico ufficiale per ragioni del suo ufficio integra il reato di peculato, anche in assenza di una formale appropriazione, qualora il denaro non sia stato regolarmente versato sul conto corrente dell'ente di appartenenza. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla semplice consapevolezza e volontà dell'agire illecito, senza che rilevi l'intento di restituire il maltolto, salvo il caso di integrale riparazione. Il giudice di merito ha il potere di valutare discrezionalmente la sussistenza dei presupposti per la concessione delle attenuanti generiche e dell'attenuante della riparazione del danno, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità, se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pr. Ga. , nato a (OMESSO), avverso la sentenza pronunciata in data 27-12-06 dalla Corte di Appello di Catanzaro, sezione 1 penale;

Udita la relazione del Consigliere Dr. Vincenzo Rotundo;

Udita la requisitoria del P.G., dott. Aurelio Galasso, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1 Pr. Ga. ricorre per cassazione avverso la sentenza di cui in epigrafe, con la quale la Corte di Appello di Catanzaro ha…

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