La realizzazione di opere edilizie senza il previo rilascio del necessario titolo abilitativo, anche in zona vincolata, costituisce abuso edilizio sanzionabile con l'ordine di demolizione, a prescindere dalla valutazione dell'interesse pubblico concreto ed attuale alla rimozione dell'opera e dalla verifica della sua eventuale conformità allo strumento urbanistico o sanabilità, essendo l'abusività dell'intervento di per sé sufficiente a giustificare l'adozione del provvedimento repressivo. L'ordine di demolizione può essere legittimamente impartito anche a distanza di tempo dalla realizzazione dell'abuso, non essendo necessaria una specifica motivazione sull'interesse pubblico al ripristino della legalità, atteso che l'illecito edilizio integra una situazione antigiuridica permanente, non suscettibile di essere sanata dal mero decorso del tempo. Il proprietario o il responsabile dell'abuso non può invocare alcun legittimo affidamento sulla conservazione di una situazione di fatto contra legem, né può eccepire la mancata tempestiva adozione del provvedimento sanzionatorio da parte dell'amministrazione. Ai fini della demolizione, non rileva la circostanza che l'opera abusiva sia stata realizzata in epoca anteriore all'entrata in vigore della normativa edilizia che ne imponeva il preventivo assenso, atteso che nel Comune di Napoli tale obbligo era già previsto dal regolamento edilizio del 1935.