Il comportamento violento e aggressivo nei confronti degli operanti di polizia durante le attività di controllo e identificazione, anche in assenza di una resistenza attiva all'identificazione, integra i reati di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, non essendo configurabile la scriminante della legittima difesa o l'attenuante della provocazione, in quanto l'uso della forza da parte degli operanti risulta proporzionato e giustificato dalle condotte dell'imputato, il quale non può sottrarsi alla responsabilità penale per tali condotte sulla base di mere deduzioni difensive non sorrette da elementi probatori, essendo il giudizio di merito insindacabile in sede di legittimità ove sorretto da motivazione congrua ed esaustiva. Inoltre, la valutazione in ordine alla concessione delle circostanze attenuanti generiche e all'applicazione della recidiva rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in cassazione se adeguatamente motivato sulla base della gravità dei precedenti penali dell'imputato.