Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 1824 del 2011

ECLI:IT:TARNA:2011:1824SENT

Massima

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La dichiarazione di pubblica utilità di un'opera deve contenere l'indicazione dei termini entro i quali devono iniziarsi e concludersi le espropriazioni e i lavori, a pena di illegittimità della procedura espropriativa. Decorsi tali termini senza che sia stato adottato il decreto di esproprio, la dichiarazione di pubblica utilità diviene inefficace e non può procedersi all'espropriazione se non in base ad una nuova dichiarazione di pubblica utilità. L'amministrazione può prorogare i termini originariamente fissati solo prima della loro scadenza, motivando in ordine alle ragioni che rendono necessaria la proroga e sempre che il ritardo non sia dipeso da cause ad essa imputabili. La proroga deve essere disposta dalla medesima autorità che ha dichiarato la pubblica utilità e deve essere comunicata ai soggetti espropriandi, i quali devono essere posti in condizione di partecipare al sub-procedimento di proroga. Qualora i termini siano inutilmente decorsi, l'amministrazione non può più prorogarli ma deve rinnovare l'intera procedura, a partire dalla nuova dichiarazione di pubblica utilità. L'inutile decorso dei termini fissati per l'espropriazione determina l'inefficacia della originaria dichiarazione di pubblica utilità, con conseguente illegittimità del decreto di espropriazione eventualmente adottato. In tal caso, l'amministrazione è tenuta alla restituzione del bene al proprietario, previo ripristino dello status quo ante, nonché al risarcimento del danno per l'impossibilità di disporre del bene.

Sentenza completa

N. 07012/1999
REG.RIC.

N. 01824/2011 REG.PROV.COLL.

N. 07012/1999 REG.RIC.

N. 08415/2001 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sui ricorsi riuniti nn.7012/1999 e 8415/2001 R.G. proposti dai Sigg. De Martino Alfonso, De Martino Anna, De Martino Daniele, De Martino Gennaro, De Martino Immacolata e De Martino Maria, rappresentati e difesi dagli avv. Giuseppe Ceceri, Antonio Nardone e Fausta Sorrentino e con domicilio eletto in Napoli, p.za Amedeo, 8, presso lo studio Militerni-Nardone;

contro

il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (ora Ministero per i beni e le attività culturali), Soprintendenza Archeologica di Pompei, in persona del Ministro p.t., rappresentato e difeso dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato e domiciliato ope legis pres…

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