Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25116 del 22 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25116PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni, quale misura cautelare reale, è legittimo quando risulti adeguatamente motivato dal giudice sulla base di elementi concreti e specifici che giustifichino il pericolo di dispersione o di sottrazione dei beni stessi, senza che sia necessario un esame approfondito degli sviluppi successivi delle indagini. Il vizio logico della motivazione, tuttavia, non può essere dedotto con il ricorso per cassazione, essendo precluso il sindacato sulla valutazione discrezionale del giudice di merito in ordine alla sussistenza dei presupposti per l'adozione della misura cautelare reale. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso il provvedimento che rigetta l'istanza di revoca del sequestro preventivo è inammissibile, non potendosi dedurre la carenza di motivazione, ma solo l'eventuale mancanza totale della stessa, che nel caso di specie non ricorre.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizi - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 3/2012 TRIB. LIBERTA' di VARESE, del 29/11/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. Mura, ha concluso chiedendo il rigetto, posto che la motivazione e' succinta ma esiste.

Per il ricorrente e' presente l'Avvocato (OMISSIS), …

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