Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9928 del 11 marzo 2005

ECLI:IT:CASS:2005:9928PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.) si configura quando l'agente, mediante artifici e raggiri, induce in errore l'ente erogatore, ottenendo indebitamente contributi, sovvenzioni o altre erogazioni dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee. Gli artifici e raggiri possono consistere non solo nella produzione di fatture per operazioni inesistenti, ma anche in altre condotte fraudolente volte a simulare acquisti, confezionamenti e commercializzazioni mai avvenuti, nonché in anomalie contabili e bancarie finalizzate ad occultare l'inesistenza delle operazioni commerciali. Il reato di truffa aggravata si distingue dal reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.) in quanto quest'ultimo richiede solo la presentazione di dichiarazioni o documenti falsi, senza ulteriori artifici e raggiri diretti a indurre in errore l'ente erogatore. Pertanto, la qualificazione giuridica del fatto dipende dall'accertamento della sussistenza di condotte fraudolente ulteriori rispetto alla mera allegazione di documenti falsi. Il concorso di più soggetti nel reato di truffa aggravata può essere ravvisato anche sulla base di elementi probatori indiretti, come le anomalie contabili e bancarie, che dimostrino la consapevolezza degli imputati circa l'utilizzo fraudolento delle fatture per operazioni inesistenti. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova e nel diniego delle attenuanti generiche, purché la motivazione sia logica e coerente con gli elementi di fatto accertati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA PENALE
così composta:
Dott. Giuseppe M. Cosentino - Presidente
Dott. Pietro A. Sirena - Consigliere
Dott. Carla Podo - Consigliere
Dott. Giovanni Diotallevi - Consigliere
Dott. Marina Anna Tavassi - Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di: 1) Ig. Ag., nato a Ra. il (...); 2) Ma. Ma., nato a Ci. il (...); 3) Ca. Or., nato a Na. il (...); 4) Vi. Pu., nato a Is. di Ca. Ri. il (...); 5) Fr. Me., nato a Fa. il (...); 6) Sa. St., nato a Ci. il (...); 7) Ra. Ma., nato a Ci. il (...)
avverso
la sentenza della Corte di Appello di Palermo in data 19 febbraio 2003;
visti gli atti, la sentenza denunziata ed il ricorso,
udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Carla Podo,
udito il Procuratore Generale in persona del dott. Vittorio Martusciello, che ha chiesto la declaratoria di inammiss…

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