Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40434 del 16 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:40434PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando il male prospettato dall'agente è indicato come certo e realizzabile ad opera dello stesso o di altri, ponendo la persona offesa nell'ineluttabile alternativa di far conseguire all'agente il preteso profitto o di subire il male minacciato. Ciò si verifica anche quando l'agente, dopo aver commesso un furto, si mette in contatto con la vittima per ottenere la restituzione della refurtiva mediante un esborso di denaro, agendo non più nell'esclusivo interesse della vittima, ma per un proprio interesse collimante con quello degli autori del furto, rendendosi così partecipe dell'estorsione in quanto portavoce delle richieste dei ladri e della minaccia di rendere irreperibili le cose rubate. Al contrario, il delitto di truffa si configura quando il male ventilato è prospettato come possibile ed eventuale e comunque non proveniente direttamente o indirettamente da chi lo prospetta, in modo che la persona offesa non è coartata, ma si determina alla prestazione costituente l'ingiusto profitto dell'agente perché tratta in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3713/2011 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 02/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/10/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la sentenza, il ricorso; Udita la relazione del cons. Enzo Jannelli;

Udite le richieste del S. Procuratore Generale, Dott. Giuseppe Volpe, per l'inammissibilita' del ricorso;

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