Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31002 del 19 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:31002PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La condotta violenta o minacciosa posta in essere dall'agente nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni deve essere strettamente connessa alla finalità di far valere il preteso diritto, senza risultare sproporzionata e gratuita; in caso contrario, qualora le minacce siano tanto eccessive da risultare incompatibili con il mero esercizio di un diritto, la condotta deve essere ricondotta al più grave reato di estorsione, in quanto finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto. Inoltre, il potere discrezionale del giudice di disporre o meno la rinnovazione del dibattimento non è censurabile in sede di legittimità, purché adeguatamente motivato, non essendo sufficiente la mera richiesta di parte in assenza di nuovi fatti o elementi sopravvenuti rispetto a quanto già oggetto di precedente deposizione. Infine, l'omessa irrogazione della pena pecuniaria prevista dalla legge per i reati contestati comporta l'annullamento parziale della sentenza con rinvio al giudice di merito per la determinazione della relativa sanzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) e dal PG presso la Corte d'Appello di Ancona;

avverso la sentenza 2.3.12 della Corte d'Appello di Ancona;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza 2.3.12 la Corte d'Appel…

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