Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 27423 del 4 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:27423PEN

Massima

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Il giudice, nel determinare la pena in caso di concessione di circostanze attenuanti prevalenti, è tenuto a motivare specificamente il corretto esercizio del proprio potere discrezionale, indicando quali tra i criteri oggettivi e soggettivi enunciati dall'art. 133 c.p. siano stati ritenuti rilevanti ai fini della quantificazione della sanzione, anche laddove intenda discostarsi dal minimo edittale. Ciò al fine di assicurare il rispetto del principio di legalità e di proporzionalità della pena, nonché il controllo sulla correttezza del giudizio di bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti. Il mancato interesse dell'imputato all'esclusione di una circostanza aggravante, qualora sia stata riconosciuta la prevalenza delle attenuanti, comporta l'inammissibilità del relativo motivo di impugnazione per difetto di interesse attuale e concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LICARI Carlo - Presidente

Dott. GALBIATI Ruggero - Consigliere

Dott. KOVERECH Oscar - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. Gr. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 9 maggio 2007 della Corte di Appello di Roma;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore generale nella persona del Sost. Proc. Gen. Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore, avv. CASALE ((omissis)) del Foro di Cassino che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

FATTO E DIRITTO

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