Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 199 del 7 aprile 1993
ECLI:IT:CASS:1993:199PEN
Massima
Massima ufficiale
In sede di controllo di legittimità delle ordinanze applicative di misure cautelari, a seguito di ricorso diretto in cassazione ai sensi dell'art. 311, comma secondo, cod. proc. pen., esula dai compiti della Corte di cassazione ogni apprezzamento circa il venir meno dei gravi indizi, posti a base della misura cautelare, a seguito di ulteriori indagini o di elementi offerti dall'indagato o dalla sua difesa dopo l'esecuzione del provvedimento. Tale evenienza può e deve essere presa in considerazione dal giudice di merito a seguito di istanza di revoca o di modificazione del provvedimento cautelare, e sulla conseguente decisione le parti possono proporre appello a norma dell'art. 310 cod. proc. PEN.. Al giudice di legittimità - a differenza di quanto è previsto per il Tribunale del riesame dall'art. 309, comma nono ultima parte, cod. proc. pen. - non è dato il potere di annullare, riformare o confermare l'ordinanza applicativa della misura cautelare "anche sulla base degli elementi addotti dalle parti nel corso dell'udienza", e cioè in forza di elementi acquisiti al procedimento anche successivamente al provvedimento che dispone la misura cautelare. Presso il Tribunale possono farsi valere motivi non solo di legittimità ma anche di merito, nonché elementi emersi o acquisiti dopo l'esecuzione del provvedimento cautelare.
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