Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20477 del 24 maggio 2002

ECLI:IT:CASS:2002:20477PEN

Massima

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La pubblicazione di notizie diffamatorie, anche se prive di indicazione nominativa esplicita, può integrare il reato di diffamazione a mezzo stampa qualora il contenuto e i riferimenti della notizia consentano l'inequivoca identificazione della persona offesa. Il giudice di merito, nel valutare l'effettiva riconoscibilità del soggetto passivo, può legittimamente fondarsi su elementi quali il contesto della notizia, l'attività professionale della persona coinvolta e le dichiarazioni testimoniali che confermino il riconoscimento della stessa da parte dei lettori. L'inappellabilità della sentenza di condanna a sola pena pecuniaria, prevista dalla normativa processuale, non integra una violazione del principio di ragionevolezza né del diritto di difesa, in quanto tale scelta legislativa, ispirata a esigenze di politica giudiziaria, risulta coerente con la minore afflittività della pena pecuniaria rispetto a quella detentiva e con il canone della ragionevole durata del processo, senza peraltro precludere il ricorso per cassazione quale forma di impugnazione.

Sentenza completa

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
C. P., in qualità di direttore responsabile del quotidiano Il Messaggero, e F. L., in quanto articolista, erano chiamati a rispondere, innanzi al Tribunale di Ascoli Piceno, del reato di cui all'art. 57 c.p., il primo, e del reato di cui agli artt. 595 e 13 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, il secondo, in relazione all'articolo pubblicato nelle pagine locali di Teramo dello stesso giornale dal titolo: Anziano sequestrato per l'eredità contesa. La notizia riguardava un preteso sequestro di persona ed una circonvenzione d'incapace in danno di ultraottantenne ad opera di una commercialista di 40 anni, indicata con le sole iniziali, che avrebbe anche intrattenuto una relazione sessuale con lo stesso anziano, poi regolarizzata con un rapporto di adozione, e che, ciò nonostante, la donna avrebbe poi lasciato il padre adottivo in stato di totale abbandono, benché gravemente ammalato.
Nel contenuto della pubblicazione D. A. D., figlia ad…

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