Il rilascio di una falsa dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, allegata a una domanda di concessione edilizia in sanatoria, al fine di attestare falsamente la data di ultimazione dell'opera da sanare, integra il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico di cui all'art. 483 c.p. Ciò in quanto l'ordinamento attribuisce a tale dichiarazione sostitutiva valenza probatoria privilegiata, con esclusione di ulteriori produzioni documentali, essendo essa destinata a dimostrare la verità dei fatti cui è riferita e ad essere trasfusa in atto pubblico. La mancanza di legittimazione del dichiarante in relazione alla pratica di condono, originariamente istruita dai genitori, è irrilevante, essendo sufficiente che la falsa dichiarazione sia stata da lui resa e allegata alla domanda. Inoltre, la prescrizione del reato non può dirsi maturata, in quanto il termine prescrizionale, originariamente fissato in sette anni, è stato prorogato per effetto della sospensione dei termini.