Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, anche se realizzato attraverso condotte di mera partecipazione a un'associazione finalizzata a tale scopo, integra un reato grave, la cui pena deve essere commisurata in relazione all'intensità del dolo e alla centralità del contributo causale fornito dall'imputato all'operatività del sodalizio criminoso, senza che assumano rilievo attenuante la mera incensuratezza o la qualità di imprenditore dell'imputato, ove non siano accompagnate da altri elementi positivi. L'identificazione dell'imputato come partecipe dell'associazione può fondarsi su elementi indiziari, quali l'utilizzo di un'utenza telefonica a lui riconducibile e le dichiarazioni di un concorrente, senza che sia necessario il riconoscimento diretto da parte di testimoni. La causa di non punibilità prevista dall'art. 384 c.p. per le condotte finalizzate a favorire parenti non è applicabile al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, essendo riferita a fattispecie delittuose contro l'amministrazione della giustizia.