Il giudice di merito, nel procedimento di prevenzione, può legittimamente riqualificare in sede di decisione la "tipologia" di pericolosità sociale ravvisata in concreto, ritenendo il soggetto portatore di pericolosità "qualificata" ai sensi dell'art. 4, comma 1, lett. a) del d.lgs. n. 159/2011, anche a fronte di una proposta impostata su profili di pericolosità "generica" di cui all'art. 1 e all'art. 4, comma 1, lett. c) del medesimo decreto, purché tale diverso inquadramento sia fondato sui medesimi elementi fattuali posti a base della proposta e su tali elementi sia stato assicurato uno sviluppo del contraddittorio effettivo e congruo rispetto alla decisione finale. Il sindacato di legittimità sulla motivazione del provvedimento di prevenzione è limitato alla verifica della mancanza assoluta di motivazione o della sua mera apparenza, non estendendosi all'adeguatezza delle linee argomentative e alla congruenza logica del discorso giustificativo, che possono essere dedotte solo attraverso il motivo di cui all'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p. Inoltre, è inammissibile il ricorso per cassazione proposto dal proposto avverso il decreto di confisca di beni ritenuti fittiziamente intestati a terzi, in quanto la legittimazione ad impugnare spetta solo al terzo apparente intestatario, essendo questi il soggetto avente diritto alla restituzione del bene.