Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27635 del 11 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:27635PEN

Massima

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La scriminante di cui all'art. 393-bis c.p. presuppone che il pubblico ufficiale, l'incaricato di pubblico servizio o il pubblico impiegato abbiano agito con consapevole volontà di eccedere arbitrariamente i limiti delle loro attribuzioni, compiendo atti connotati da malanimo, sopruso o capriccio, del tutto svincolati dalle ordinarie modalità di esplicazione del munus pubblico loro demandato nei confronti del privato destinatario. L'arbitrarietà dell'atto non si configura nella mera illegittimità dello stesso, ma richiede un quid pluris rappresentato dalla volontà cosciente e intenzionale del pubblico agente di agire in modo abusivo, ingiustificato e sproporzionato rispetto alla situazione concreta, violando i doveri minimi di correttezza che devono caratterizzare l'agire dei pubblici funzionari. Pertanto, la reazione del privato può dirsi giustificata solo di fronte a comportamenti del pubblico ufficiale che, oltre ad essere oggettivamente illegittimi, siano anche connotati da tale arbitrarietà soggettiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere - Relatore

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
At.Al. nato a S il (Omissis)
avverso la sentenza emessa il 1 giugno 2023 dalla Corte di appello di Torino
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis))
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso o, in subordine, per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione del reato;
udite le richieste del difensore, Avv. St.Go., che ha insistito per l'accoglimento del r…

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