Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che per le attività di somministrazione di alimenti e bevande che prevedono la cottura dei cibi, in particolare con l'utilizzo di piastre elettriche, non sussiste un obbligo inderogabile di dotarsi di canna fumaria per l'espulsione dei fumi e dei vapori, essendo ammesse soluzioni alternative di captazione e abbattimento degli stessi, purché idonee a garantire la conservazione dei livelli di qualità dell'aria della città. Ciò in quanto, ai sensi dell'art. 58 del Regolamento edilizio del Comune di Roma e dell'art. 64 del Regolamento di igiene, è consentito l'utilizzo di impianti di smaltimento dei vapori della cucina alternativi alla canna fumaria, a condizione che tali sistemi siano dotati di efficiente aspiratore elettrico e che lo sbocco non sia ubicato direttamente sotto finestre di stanze di abitazione. Inoltre, a livello regionale, è prevista la possibilità per gli esercizi commerciali di "utilizzare, in alternativa alle canne fumarie, altri strumenti o apparati tecnologici aspiranti e/o filtranti per lo smaltimento dei fumi, la cui idoneità è accertata secondo la normativa vigente in materia". Pertanto, l'ordine di cessazione dell'attività di cottura degli alimenti, emesso per la mancanza di canna fumaria, è illegittimo qualora l'esercente abbia installato un impianto di captazione e abbattimento dei fumi, seppur non perfettamente efficiente, che comunque riduca le emissioni inquinanti rispetto al tradizionale sistema di espulsione mediante canna fumaria. L'amministrazione, in tali casi, è tenuta a verificare la possibilità di percorrere le alternative previste dalla normativa regolamentare, prima di adottare provvedimenti inibitori.