Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7046 del 16 luglio 1985

ECLI:IT:CASS:1985:7046PEN

Massima

Massima ufficiale
E' manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 215, primo comma n. 2 cod. pen. e 219 cod. pen., per contrasto con gli artt. 3, 27 e 32 della costituzione sotto il profilo che, mentre la legge n. 180 del 1978 rifiuta il recupero dell'infermo di mente attraverso il metodo "custodialistico" per ottenerlo con altri metodi e cure, la casa di cura e di custodia presenterebbe una prevalenza della componente afflittiva su quella terapeutica e avrebbe una durata minima inderogabile. Invero la situazione del comune malato di mente cui non è riferibile alcun reato e quella dell'infermo di mente al quale, a differenza del primo, viene riconosciuta una pericolosità sociale riferibile alla commissione di un reato non sono omogenee. Inoltre poiché a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale (sent. n. 110 del 1974) di parte dell'art. 207 cod. pen. e di modifiche legislative (artt. 89 e 70 legge 26 luglio 1975 n. 354) la revoca delle misure di sicurezza è vietata solo se le persone ad esse sottoposte non hanno cessato di essere socialmente pericolose e il potere-dovere del giudice di sorveglianza di revocare la misura di sicurezza qualora ne ricorrano le condizioni deve essere esercitato in qualsiasi momento, anche prima che questa venga eseguita (cosiddetta "revoca previa"), risulta irrilevante la predeterminazione del termine minimo di durata della stessa misura di sicurezza che il giudice della cognizione ha l'obbligo di determinare in base ad una presunzione collegata ad una prognosi di probabilità circa la durata della pericolosità.

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