Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25836 del 4 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25836PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni accusatorie rese da un collaboratore di giustizia nei confronti di un coimputato possono costituire fonte di convincimento circa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a suo carico solo se, oltre ad essere precise, coerenti e circostanziate in sé, trovano altresì riscontro in elementi esterni, anche di natura logica, idonei a rendere verosimile il contenuto della chiamata in correità. Tali riscontri esterni, se possono consistere anche in dichiarazioni rese da altri collaboratori di giustizia, devono tuttavia a loro volta essere intrinsecamente validi e attendibili. In assenza di adeguati riscontri esterni, le dichiarazioni accusatorie del collaboratore di giustizia non possono costituire valido e significativo elemento probatorio a carico del coimputato. Inoltre, il mero dato parentale o un precedente penale estraneo all'imputazione elevata non possono essere considerati validi elementi di riscontro esterno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1268/2011 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 29/06/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 29 g…

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