Il provvedimento amministrativo che ordina il divieto di esecuzione di lavori e la rimozione di opere realizzate su un'area, fondandosi sull'assunto del diritto della collettività sull'area medesima in quanto pertinenza di una strada pubblica, è illegittimo per carenza di istruttoria qualora l'amministrazione non abbia adeguatamente accertato, attraverso un'istruttoria completa e in contraddittorio con il privato interessato, la sussistenza dei requisiti necessari per qualificare l'area come destinata all'uso pubblico. Infatti, l'uso pubblico di un'area deve essere dimostrato dalla pubblica amministrazione attraverso la verifica della sussistenza di tre elementi concorrenti: l'esercizio del passaggio e del transito jure servitutis publicae da parte di una moltitudine indistinta di persone, la concreta idoneità dell'area a soddisfare esigenze di carattere generale e pubblico, nonché l'esistenza di un titolo valido a sorreggere l'affermazione del diritto di uso pubblico, quale la protrazione dell'uso da tempo immemorabile. In assenza di tale accertamento istruttorio, il provvedimento che impone il divieto di esecuzione di lavori e la rimozione di opere sulla base della presunta demanialità dell'area è illegittimo per carenza di motivazione e di istruttoria, dovendosi in tal caso ritenere prevalente il diritto di proprietà privata sull'area, salvi gli ulteriori provvedimenti che l'amministrazione ritenga di adottare nel rispetto dei principi di legittimità e di contraddittorio.