Il carattere privilegiato di un'informazione ai fini dell'integrazione del reato di abuso di informazioni privilegiate si configura quando tale notizia, pur non essendo stata ancora diffusa al pubblico, sia dotata di precisione e riservatezza, in quanto acquisita dal soggetto agente in virtù di una posizione privilegiata che gli consenta di conoscere con certezza l'imminente realizzazione di un evento idoneo ad influenzare sensibilmente il prezzo degli strumenti finanziari. La valutazione del carattere privilegiato dell'informazione e della sussistenza dell'elemento soggettivo dell'illecito spetta al giudice di merito, il quale deve fornire adeguata motivazione in ordine agli elementi probatori posti a fondamento di tali accertamenti, senza che il sindacato di legittimità possa estendersi alla rivalutazione del materiale istruttorio. La sanzione amministrativa pecuniaria irrogata dall'Autorità di vigilanza per la violazione della disciplina sull'abuso di informazioni privilegiate deve essere commisurata alla gravità della condotta e alla soggettività dell'agente, sulla base di una motivazione che dia conto dei criteri seguiti per la sua determinazione, senza che tale valutazione possa essere rimessa al giudizio di legittimità, se non in presenza di vizi logici o di travisamento dei fatti.