Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17348 del 5 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:17348PEN

Massima

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Il possesso di beni archeologici di provenienza illecita, in assenza di una plausibile giustificazione circa la loro origine, integra il reato di ricettazione, anche in assenza di una prova diretta dell'avvenuta ricezione da terzi, essendo sufficiente la mancata indicazione della provenienza, quale indice rivelatore della volontà di occultamento e dell'acquisto in mala fede. Tuttavia, qualora il soggetto sia stato sorpreso in flagranza di reato di scavo archeologico abusivo, il giudice è tenuto a verificare l'eventuale nesso di causalità tra tale condotta e il possesso dei beni, al fine di escludere la configurabilità del reato di ricettazione. La mera sussistenza del reato presupposto non è sufficiente a dedurre automaticamente la ricettazione, dovendosi valutare complessivamente il comportamento dell'agente e le sue giustificazioni in ordine all'origine dei beni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZIO Ugo - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Te. Gi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Caltanissetta, I sezione penale, in data 1/6/2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiede l'annullamento con rinvio limitatamente al capo 1);

Udito il difensore che ha chiesto l'accoglimento d…

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