Cassazione penale Sez. II sentenza n. 52085 del 19 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:52085PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, facendo ricorso a minacce o violenza, costringe il soggetto passivo a compiere un atto di disposizione patrimoniale, anche se formalmente rivestito di una veste negoziale, al fine di conseguire un ingiusto profitto, qualora risulti che la pretesa creditoria esercitata sia esorbitante e pretestuosa rispetto a quella vantata realmente. In tali casi, la condotta dell'agente, pur potendo astrattamente rientrare nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, integra il più grave reato di estorsione, in quanto il soggetto agente è consapevole di pretendere ciò che non gli è dovuto. Ai fini dell'integrazione dell'aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso, non è sufficiente una sola frase minacciosa che richiami genericamente l'appartenenza dell'agente a un sodalizio criminale, essendo necessario che la condotta dell'agente sia idonea a suscitare nella vittima la sensazione di trovarsi di fronte a una minaccia proveniente da un soggetto appartenente a un'organizzazione mafiosa e tale da esercitare su di essa una particolare coartazione psicologica. Il giudice di merito, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, essendo sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti, rimanendo tutti gli altri disattesi o superati da tale valutazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO D. - Presidente

Dott. RAGO Geppi - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA V. - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/10/2017 della CORTE DI APPELLO DI BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Piero MESSINI D'AGOSTINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ZACCO Franca, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore avv. (OMISSIS), in sostituzione …

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