Il provvedimento amministrativo di natura contingibile e urgente, adottato dal Sindaco ai sensi dell'art. 50, commi 5 e 6, del d.lgs. n. 267/2000, è legittimo solo quando ricorrono i presupposti di effettiva necessità e urgenza, derivanti da situazioni di fatto che pongono in pericolo l'incolumità pubblica e l'ambiente, e non può essere adottato in assenza di tali requisiti, essendo altrimenti viziato per incompetenza, violazione di legge ed eccesso di potere. Tuttavia, la sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente, manifestata con apposita dichiarazione, comporta l'improcedibilità del ricorso, in applicazione dell'art. 35, comma 1, lett. c), del codice del processo amministrativo, indipendentemente dalla fondatezza o meno delle censure dedotte avverso il provvedimento impugnato, in quanto l'annullamento di quest'ultimo non produrrebbe alcun effetto pratico per il ricorrente. In tali casi, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, compensando le spese di giudizio tra le parti, in considerazione della complessità delle questioni trattate.