Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6946 del 19 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:6946PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante la minaccia di un danno ingiusto, coarta la volontà della vittima a consegnare una somma di denaro o altro bene patrimoniale, anche qualora il bene minacciato non sia più nella sua disponibilità, purché la minaccia sia idonea a incidere sulla libertà di autodeterminazione del soggetto passivo. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che l'agente abbia posto in essere atteggiamenti esplicitamente minacciosi o intimidatori, essendo sufficiente che la condotta sia oggettivamente idonea a generare nella vittima il timore di subire un pregiudizio concreto e attuale. La qualificazione giuridica del fatto come estorsione e non come truffa è pertanto legittima laddove emerga che l'agente, pur avendo inizialmente posto in essere condotte ingannatorie, abbia successivamente minacciato la vittima di non restituirle un bene di valore economico e affettivo se questa non avesse corrisposto una somma di denaro, ponendola così di fronte all'alternativa di subire la perdita definitiva del bene o di pagare la somma richiesta. In tali casi, la consapevolezza e volontà dell'agente di avvalersi della minaccia per procurarsi un ingiusto profitto integra l'elemento soggettivo del reato di estorsione, a prescindere dalla circostanza che il bene minacciato non fosse più nella sua disponibilità. La richiesta di rinnovazione del dibattimento per l'assunzione di prove a discarico deve essere motivata in modo specifico, indicando i fatti e le circostanze su cui le testimonianze avrebbero dovuto vertere e la loro rilevanza ai fini della decisione, non essendo sufficiente una generica affermazione sulla loro utilità probatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DA. GA. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 30/01/2008 della Corte di Appello di Firenze;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mura Antonio ha concluso per l'inammissibilita';

Udito il difensore avv.to Rita Punzo che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

FATTO

1. Con sentenza del 30/01/2008, la Corte d…

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