Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22141 del 27 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:22141PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia, di cui all'art. 572 c.p., si configura quando la condotta abituale dell'agente, caratterizzata da violenze fisiche e morali, rende intollerabile la vita del familiare offeso. L'elemento soggettivo del dolo non richiede uno specifico programma criminoso, essendo sufficiente la consapevolezza dell'autore di persistere in un'attività delittuosa idonea a ledere l'interesse tutelato dalla norma. Ai fini della determinazione della pena, la gravità e la reiterazione delle condotte nel tempo, nonché l'esistenza di precedenti penali, possono escludere la concessione delle attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena, in ragione della necessità di assicurare un'adeguata risposta sanzionatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgi - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 29 maggio 2014 emessa dalla Corte d'appello di Reggio Calabria;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del Consigliere Dr. Giorgio Fidelbo;

udito il sostituto Procuratore Generale Dr. D'Ambrosio Vito, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1. Con la decisione indicata in epigrafe la Corte d'appello di …

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