Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9744 del 27 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:9744PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando del proprio ufficio, induce un privato a compiere atti contrari ai propri doveri d'ufficio, come l'assunzione di personale da lui indicato, realizza il reato di "induzione indebita a dare o promettere utilità" di cui all'art. 319-quater c.p., a prescindere dall'effettiva minaccia o costrizione esercitata sulla persona offesa, essendo sufficiente che quest'ultima abbia compreso la necessità di adeguarsi alle richieste del pubblico ufficiale per evitare conseguenze negative. Inoltre, il pubblico ufficiale che, in concorso con altri, contabilizza falsamente lavori pubblici mai eseguiti, realizza il reato di "truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche" di cui all'art. 640-bis c.p., anche qualora abbia solo proceduto alla liquidazione di un acconto senza aver previamente verificato l'effettivo svolgimento dei lavori. Infine, il pubblico ufficiale che, consapevolmente, attesta falsamente la presenza di componenti in seno a un organo collegiale, realizza il reato di "falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici" di cui all'art. 479 c.p., a prescindere dal fatto che le deliberazioni adottate in assenza del numero legale siano comunque espressive della volontà dell'organo, in quanto il falso non riguarda il contenuto dell'atto ma la veridicità delle attestazioni in esso contenute. In tutti questi casi, la gravità degli indizi di colpevolezza, il concreto pericolo di reiterazione dei reati e l'esigenza cautelare di impedire la prosecuzione dell'attività delittuosa giustificano l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, anche in assenza di una specifica iscrizione di notizia di reato per tutti i fatti contestati, essendo sufficiente che essi risultino connessi e riconducibili alla medesima condotta illecita complessivamente accertata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. SERPICO F. - Consigliere

Dott. DI STEFANO P - rel. Consigliere

Dott. VILLONI Orland - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2692/2013 del 15/4/2013 del TRIBUNALE DEL RIESAME DI NAPOLI;

visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERLUIGI DI STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GABRIELE MAZZOTTA;

che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale del Riesame di Napoli con ordinanza del 15 aprile 2013 confermava la …

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